Cubo di Rubik, maestro della vita!

Essendo un giovane ragazzo, vado matto per i giochi! E sotto questo punto di vista, ringrazio Zeus di avermi mandato in un’altra epoca! Altro che i due pezzi di legno di un tempo! Al giorno d’oggi avete l’imbarazzo della scelta: giochi di società, videogiochi, giochi di sport, macchinine, bambole, rompicapo, pennelli, colori e chi più ne ha più ne metta.
Ma, come sempre, quelli più affascinanti sono proprio quelli più semplici (all’apparenza!)
Da qualche giorno mi sono imbattuto nel tanto rinomato Cubo di Rubik!
Non c’è bisogno che spieghi cosa sia, anche se devo ammettere che ha proprio attirato la mia attenzione! Il dover risolvere 6 facce formate da 9 quadratini colorati lo fa uno dei rompicapo meglio congegnati della storia.
E così mi sono messo di impegno un pomeriggio e, dopo aver tentato svariate volte di risolverlo, ho ritenuto opportuno seguire una guida online!
Il fatto è che per risolvere il cubo sbagliavo sempre nell’aver paura di smontare i pezzi che avevo appena composto. E chi lo sa risolvere, saprà benissimo che in realtà il completamento del cubo può avvenire solo smontando, e rimontando in seguito, parti di ciò che abbiamo appena risolto!
Così è anche nella vita. Spesso ci precludiamo l’idea che per arrivare ad un fine non si debba tornare indietro. Ma non è così! È necessario tornare sui propri passi più di una volta per poter passare alla parte successiva del “percorso”! E inoltre non sempre lo smontare parti della nostra vita è negativo. Anzi, ci permette di avere una visione diversa della situazione.
Anche questo si nasconde dietro al cubetto 3×3 a sei colori!
Paradossalmente, capire come risolvere il cubo vuol dire capire come risolvere i problemi nella vita, nonostante questi ultimi siano ben più intricati di un semplice rompicapo.
Ma cosa voleva dimostra questo benedetto Rubik? Che nulla è impossibile ed ogni problema ha la sua soluzione!
E adesso che finalmente ho capito come risolverlo, vado a far “lasciare a bocca aperta” le persone che conosco, perché in fondo in fondo, dietro alla logica e agli algoritmi per risolvere un’enigma, c’è anche un po’ di magia!

Cornelio.

BOOK NOMINATION! (Evvai!)

Ringrazio in primis il blog Ma bohème per avermi assegnato questo premio! Vi devo confessare che non vedevo l’ora che qualcuno mi nominasse, perché ho tanta voglia di comunicarvi qualcosa attraverso un libro!
Se non erro, bisogna scegliere un libro e commentarlo brevemente (magari dicendo il perché lo si consiglia!). In realtà di libri degni di menzione ce ne sarebbero a bizzeffe, e ammetto che mi è stato difficile sceglierne uno in particolare.
Dato che stasera mi sento molto anticonformista, voglio parlarvi di un libro che invece mi ha poco entusiasmato. Così, giusto per mettere nero su bianco cosa non mi è piaciuto. Sperando di essere da voi illuminato sul vero senso di questo libro.
Il titolo è “Dona Flor e i suoi due mariti” di Jorge Amado.
Come già intuirete dal titolo, il romanzo non parla di certo di fatine dei denti e folletti colorati. Anzi, è un “piccante” spaccato della società brasiliana degli anni ’70. Parla dei due mariti della protagonista. Due opposti! Per la carità, Amado descrive bene il contesto sociale e culturale della gente del luogo; ma non ci risparmia neanche i dettagli più intimi della signora! A parte la narrazione poco fluida (a tratti scorrevole, ma in altri noiosa), sono rimasto colpito dal finale del romanzo e dal messaggio di fondo ad esso collegato!
Pur non rivelando il finale, l’autore fa concludere la storia in un modo a me inconcepibile! Si evince un’immagine “sporca” della protagonista, che, indecisa tra chi dei due sia meglio, o volendoli tutti e due, si abbandona al piacere materiale sia con l’uno che con l’altro! Fosse stata nell’Antica Roma che guai che avrebbe passato!
Il suo modo di fare finale è in contrasto con la filosofia che vuole far passare per tutta la storia!
Nonostante questo ve lo consiglio! Così da avere qualche opinione e qualche dibattito con cui confrontarmi.
Passo il testimone a tutti coloro che vogliono dare un’opinione su un proprio libro! È bello scambiarsi idee e opinioni.
Alla prossima!

Cornelio.

Premio curiosità 2014!

Come da copione, ringrazio chi ha voluto nominarmi per questo premio divertente e, come dice il premio stesso, anche un po’ curioso!
Perciò un grazie ad Affy che ha scelto anche me fra i vincitori!
Procediamo ora a rispondere alle dieci dieci domande!

1- COME TI CHIAMI REALMENTE? (Se vuoi scriverlo).
Il mio nome completo è Cornelius Quintus Romanus. Ma mi sono sempre aggiunto il titolo di Augustus. Un po’ di autostima, ogni tanto, non fa mai male!

2- QUAL È LA TUA VERA ETÀ?
16 anni tondi tondi!

3- E QUELLA CHE VORRESTI AVERE?
Forse i venticinque. Insomma, maggiorenne per sfruttare al meglio le possibilità, ma un po’ grandicello per non sprecarle!

4- QUAL È L’ULTIMO SMS CHE HAI RICEVUTO?
Controlliamo……. Si! Risale al 65 a.c., è un’epistola di mio fratello dalla Gallia Cisalpina in cui mi dice di aver appena smarrito il suo equipaggiamento militare. (Una lettera della Roma repubblicana vale come sms?!)

5- COME È STATO IL TUO PRIMO BACIO?
Son passati più di 2000 anni….. Non lo ricordo più! 😉

6- COSA HAI SOGNATO STANOTTE?
Ho sognato di essere in una piscina di una villa diroccata, in autunno. Fa freddo. E nonostante questo sono in acqua! La broncopolmonite è alle porte. Ma d’improvviso un ragazzo mi chiama dall’interno tetro della magione. Entro, ed il sogno si fa bizzarro. Lo trovo su una sdraio. A prendere “il sole” su una finta spiaggia.

7- DOMANI PARTI, DOVE VAI?
Canada, Niagara Falls! Ho scoperto che c’è uno strabiliante albergo proprio sulla cascata, al confine col vuoto che viene creato dalla differenza di altezza!

8- A COSA STAI PENSANDO?
In questo momento, mentre sto scrivendo queste parole, sto pensando a come davvero sarebbe bello andare in Canada d’autunno. Penso anche che dovrei farlo al più presto questo viaggetto!

9- COSA FARAI STASERA?
Molto semplice. Guardo la replica della mia serie tv preferita e poi leggo un buon libro.

10- SE POTESSI INCONTRARE DAL VIVO UN SOLO BLOGGER CHI SCEGLIERESTI? PERCHÈ?
Che domande?! Me, ovvio! Scherzi a parte, sceglierei tutti, o nessuno, perché penso di aver imparato e dover imparare un qualcosa da ognuno di voi.
Sono felice di quest’avventura! Ed è tutto merito vostro!

Ora passo la “patata bollente” ad altri 5 blog!
1-Fulvialuna
2-Ma Bohème
3-Cellar door
4-Ludmillarte
5-Nichirenelena

Ed ecco tutto! Grazie, alla prossima.
Cornelio.

Chicca N#3: come diventare imperatore (parte due la vendetta!).

Avete intenzione di salire al potere subito e senza spargimenti di sangue? Desiderate diventare imperatori senza essere definiti usurpatori? Ne avete l’opportunità e non sapete come farvi eleggere?
Semplice! Prendete esempio da Giuliano l’apostata.
Questo furbo personaggio è vissuto, tanto per farci un’idea, a Costantinopoli
Durante il regno di Costanzo II (360 D.c.). A quel tempo ormai il cristianesimo aveva preso il sopravvento ed era già diventata una religione libera di essere predicata.
Ma il nostro caro Giuliano è amante degli studi classici e studia nei luoghi più “in” d’oriente, in particolare a Nicomedia. Diventa un fervente pagano. Proprio quando inizia ad avere leggere manie di potere, gli si presenta l’occasione di diventare imperatore alla morte di Costanzo. Giuliano, falso come pochi, finge di essere un devoto cristiano per farsi eleggere imperatore dal popolo, ma, una volta con le redini in mano, inizia a reprimere la religione di Cristo a favore del paganesimo.
Sapeva di andare contro la moltitudine della massa, ma tanto ormai era imperatore e nessuno poteva contraddirlo!
Perciò, se volete arrivare al potere, potete prendere esempio da lui! Tanto che sarà mai “qualche bugia” detta “a fin di bene”…… Ormai nel ventunesimo secolo è abitudine promettere tutto e poi fare il contrario di tutto!
Cornelio.

P.S. Nonostante la sfacciataggine di Giuliano, il popolo lo ritenne comunque un grande filosofo e sotto di lui si visse un periodo di relativa prosperità!

Troppi retori, al giorno d’oggi!

Sarò un paranoico che parla sempre degli stessi argomenti, ma mi sento in dovere di fare un’introduzione come si deve anche in questo articolo!
Iniziamo col definire il termine retorica. La retorica è un’arte, non una scienza, nata al tempo degli antichi greci e sviluppatasi poi in tutto il periodo romano. Aveva, e tutt’ora ha, come fine quello di mobilitare grandi masse sulla propria idea. Nella retorica si usa la persuasione e talvolta un lieve inganno. Quello che conta per un retore è arrivare al risultato, insomma.
Invece l’opposto della retorica è la filosofia, che non ha come scopo l’arrivare ad una meta, bensì quello di trovare le giuste risposte ad un problema.
Noto che in Italia, nel ventunesimo secolo, ci siano troppe persone che bramano di arrivare al fine, piuttosto che risolvere i problemi.
Le soluzioni sono due: o iniziamo a studiare più filosofia, o iniziamo, come i buoni saggi, a diventare retori ponendoci le giuste domande!

Cornelio.

Presentandosi conviene essere minimalisti, a mio parere!

Nonostante nel vostro mondo regni il luogo comune degli Antichi Romani come rozzi militari senza educazione, io adoro leggere ed informarmi.
Sono perfino riuscito a imparare l’italiano, che, tra l’altro, è molto simile al latino. Leggendo un libro sulla filosofia, materia che i vecchi oratori romani detestavano, ho trovato la risposta a molte mie domande che mi facevo riguardo i vostri modi di fare.
Ho notato che quando chiamate qualcuno e vi chiedono “Chi parla?”, rispondete sempre allo stesso modo: “Sono Sempronio!”, ovvero dicendo nome e, quando serve, anche il cognome.
Ma cosa dicono di voi nome e cognome? Forse vi rappresentano?
Cosa mi fa capire il nome Sempronio di voi? Solamente il vostro nome e che avete una madre o leggermente fusa da scegliere un nome del genere oppure molto molto molto legata alla cultura romana!
La domanda è la seguente: qual’è la parola che ci rappresenta al meglio?
Per dire tutto di noi bastano due semplici lettere: io. Chi parla? Io!
L’ “io” dice tutto di noi! E sebbene possa sembrare una parola uguale per tutti, l’ “io” di Sempronio sarà ben diverso da quello di Tizio e di Caio.
È l’unica parola che ci descrive completamente e non omette nulla!
Così fate una prova: la prossima volta che chiamate una persona e vi chiedono chi siete, rispondete “io”! La persona con cui starete parlando rimarrà un attimo stupita dalla vostra risposta, ma se avrà un minimo di “sale in zucca” capirà che era la migliore risposta alla sua domanda!

Cornelio (ovvero “io”).

Chicca N#2: il nostro diavolo ha origine greca!

Molto spesso nella vita quotidiana, vuoi per credenze, vuoi per cultura generale o pura curiosità, sentiamo parlare della figura del diavolo. Tutti sappiamo all’incirca chi è (io l’ho scoperto da poco, per i romani gli unici “diavoli” erano le carestie e le invasioni barbariche!), ma forse pochi, come noto nella gente che incontro, sanno l’origine del suo nome.
La parola Diavolo deriva dal verbo greco διαβάλλω (si legge “diaballo”) che significa “calunniare”. Durante la metamorfosi delle lingue questa parola ha mutato la pronuncia in “diavallo” a causa di assimilazioni delle consonanti greche, ed ecco spuntare la parola Diavolo, che di norma è il Calunniatore per eccellenza!
Quindi, nel caso in cui torniate sull’argomento con qualche vostro amico, ora potrete sicuramente spiegargli l’origine della parola Diavolo e uscirvene dalla conversazione avendo fatto una bella figura!
Cornelio

Un piccolo tributo a dei cavalli niente male!

Proprio in questi giorni, curiosando nel campo dei cavalli, ho fatto scoperte sensazionali. Innanzitutto mi sono meravigliato nello sviluppo dell’utilizzo di questi stupendi animali. Noto che, rispetto a duemila anni fa, vengono molto più spesso trattati con amore, quasi come amici. Una volta venivano purtroppo solamente usati per guerre e spedizioni.
Navigando in internet, ho scoperto una nuova razza di cavalli, straordinari per aspetto, forme e abilità! È la razza degli Akhal-Tekè, particolari animali originari del Turkmenistan. Venivano addomesticati per la prima volta nel lontano 400 a.c. dalle tribù Tekè, tribù nomadi del deserto. La particolarità di questi destrieri è quella di avere una manto con riflessi metallici unici nel loro genere. Il loro manto, alla luce del sole, sembra essere quasi metallizzato e offre giochi di luce che fanno sembrare il cavallo quasi irreale. Anche per questo il loro prezzo è alto. Ma oltre all’aspetto, che prende molte caratteristiche dal purosangue arabo, l’Akhal-Tekè possiede molte abilità nascoste. È agile, scattante e veloce. Per questo è anche chiamato “levriero del deserto”. Inoltre ha un’ottima resistenza e riesce a vivere giorni nel deserto senza bere. Purtroppo sono tipi tosti e sono molto difficili da cavalcare. Anche se possiedono una straordinaria versatilità al dressage a alle corse. Insomma: cavalli rari e costosi, ma particolari e curiosi!
Pensate che si dice che Bucefalo, il leggendario cavallo di Alessandro Magno, fosse proprio un Akhal-Tekè!
Comunque una cosa è certa: avessimo avuto degli Akhal-Tekè tra le nostre legioni al posto dei soliti ronzini, avremmo conquistato il doppio dei territori!
Cornelio.

Arianesimo e Cristianesimo: la gente ne parla senza saperlo.

Come ben sapete, in 2100 anni ne capitano di avvenimenti e, venendo dal 63 a.c. Devo tenermi aggiornato sui fatti accaduti. Così ho preso in mano un libro di storia e mi son messo a leggerlo. Ho scelto una pagina a caso. Parlava di Costantino ( quel “traditore” che si è separato dall’occidente!), della diffusione del Cristianesimo e della religione ariana.
Da Romano D.O.C. non comprendo cosa ci possa essere di meglio che il politeismo. È persino conveniente! C’è un dio per ogni esigenza!
Ma leggendo un po’ di storia, comprendo anche la diffusione del culto di Cristo.
Giusto per mettere in chiaro la situazione, il cristianesimo è una religione monoteista che vede un dio misericordioso che fonda il suo “regno” sugli umili e i bisognosi. Gesù è suo figlio che, sempre secondo il cristianesimo, si è fatto uomo per venire sulla terra a togliere i peccati del mondo.
Meno conosciuto è forse l’arianesimo, religione promulgata da Ario, che non riconosceva in Gesù la natura divina. In pratica, questo Ario non vedeva Cristo come il figlio di dio.
Tornando a noi, una domenica sono entrato in una chiesa, giusto per curiosità, a sentire la predica di un parroco per effettivamente poter dire di sapere cos’è il cristianesimo. Domenica mattina, tanti fedeli, molte famiglie, qualche giovane. Arriva il momento del Credo e mi scandalizzo! Il 90% dei fedeli lo ha recitato svogliato, senza pensarci, come una filastrocca che si impara alle elementari. SBAGLIATO! Il Credo, a quanto ho letto, è la testimonianza ed il rinnovo della propria fede. Bisogna sapere cosa si sta a dire!
Tra le altre cose il Credo è uno dei testi religiosi più ricchi di filosofia. Ad esempio, è proprio qui che affermiamo di essere cristiani e non ariani.
“Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero; generato, NON CREATO, dalla stessa sostanza del padre.”
Secondo il cristianesimo padre figlio e spirito santo sono formati dalla stessa sostanza e possono essere collocati su uno stesso piano. Quindi, sempre secondo il cristianesimo Cristo non viene creato da Dio, ma solamente Generato al suo cospetto.
Detto questo, non condanno né ariani né cristiani. Ma a mio parere un fedele dovrebbe essere gioioso, o perlomeno convinto, di rinnovare la propria religione, qualunque essa sia!

Cornelio